Nel 2018 i Maori, gli indigeni polinesiani della Nuova Zelanda continentale, uno dei popoli più attenti ai diritti inerenti la conservazione della loro identità culturale, hanno promosso un’iniziativa volta a tutelare i dati con il loro ecosistema. I diritti e gli interessi dei Maori sui loro dati sono fatti derivare dai loro diritti come popolo indigeno e dalle relazioni uniche con la terra, l’acqua e il mondo naturale. Questi diritti sono riconosciuti in Te Tiriti o Waitangi, il trattato nel 1840 con l’Inghilterra in base al quale i Maori sono i proprietari delle loro terre e altre proprietà, e nella Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni (UNDRIP).

Come dicono i Maori: He rei ngā niho, he paraoa ngā kauae, le questioni importanti richiedono i giusti principi.

Nella visione proposta, tutti i dati sono potenziali tāonga (ossia, beni preziosi nella e per la cultura Maori) in relazione alla loro utilità per il singolo o per la comunità attraverso la tecnologia. Il Te Mana Raraunga (Māori Data Sovereignty Network) è volto a stabilire la natura dei diritti e degli interessi dei Māori sui dati amministrativi raccolti dal governo, sondaggi, censimenti e dati di ricerca derivati dai tāonga. Articolare questi diritti e interessi in un quadro di proprietà intellettuale è necessario per realizzare le opportunità di commercializzazione e accordi di condivisione dei benefici con tutti i Maori.

La privacy, ossia il trattamento dei dati riferibili a una persona fisica, a cui noi europei siamo così attenti, è solo una parte dell’articolato insieme di principi proposti, in cui il Mana (la governance) è concentrato sulla funzione sociale e collettiva del loro uso. I dati e l’ecosistema digitale in cui si sviluppano non sono niente altro che un modo nuovo di esprimere la specificità culturale della tribù.

He whenua hou, Te Ao Raraunga. Te Ao Raraunga, He whenua hou, i dati sono un nuovo mondo, un mondo di opportunità, recita l’epigrafe del documento del Te Mana Raraunga. Un’opportunità che questa tribù così legata alla sua terra, alla sua storia, alla sua natura sembra in grado di cogliere meglio di molti di coloro che, qui da noi, si dicono proiettati verso il futuro.

Autore: Andrea Rossetti, PhD Informatica giuridica / Filosofia del diritto Università Milano-Bicocca

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