Il 17 novembre ReDOPEN e il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca hanno organizzato il workshop “Diritto, Tecnologia, Persone. Regole, normatività, interazione degli e negli enti artefatti cognitivi”.
La multidisciplinarietà del panel, composto da ingegneri, filosofi e giuristi, ha permesso di affrontare il tema dell’incontro da diverse prospettive.
Di seguito alcuni spunti di riflessione.
Un tema importante, emerso già nelle prime fasi del dibattito, riguarda l’importanza di comprendere che dietro l’elaborazione di un algoritmo, anche nelle sue forme più sofisticate, quali il machine learning, vi è sempre un programma creato dall’essere umano. Di conseguenza, vengono in rilievo una serie di fattori, tra i quali la data minimisation e la rappresentatività dei dati stessi, che sono alla base del programma e che introducono all’interno dell’algoritmo difetti e pregiudizi intrinseci nella natura umana. Da ciò si comprende come la tecnologia, seppur sia parte di un contesto sociotecnico, è condizionata fortemente dall’uomo.
Da questa considerazione iniziale si può quindi affermare che la tecnologia non è neutra. La tecnologia è influenzata dall’essere umano poiché essendo uno strumento per l’uomo, quest’ultimo la utilizza nelle modalità che si confacciano più ad esso. Questo fenomeno viene spiegato con il concetto di affordance ossia la propensione dell’essere umano ad utilizzare uno strumento nel modo più intuitivo possibile. Lo stesso approccio l’uomo lo sperimenta con la tecnologia che, per questa ragione, non potrà mai essere completamente neutrale rispecchiando sempre l’essere umano che la progetta e la utilizza per le specifiche finalità che vuole raggiungere.
È in questa sede che il diritto dovrebbe intervenire con un apparato normativo che ha la funzione di disciplinare il comportamento umano in relazione alle nuove tecnologie.
Questo è stato un ulteriore incontro che ha dato evidenza, nel file rouge che ha accompagnato tutto il dibattito ad uno dei pilastri di ReD OPEN, ossia l’importanza del fattore umano in relazione all’uso e allo sviluppo delle tecnologie, in un’ottica di “responsabilità by design”.
L’educazione dell’individuo che si appresta all’utilizzo delle più sofisticate macchine è fondamentale: bisogna coltivare la consapevolezza e la responsabilità nell’approccio all’utilizzo delle nuove tecnologie sin dalle prime fasi del loro sviluppo.
Hanno preso parte all’incontro:
– Marco Silvi, Università Milano-Bicocca;
– Giovanni Sileno, Università di Amsterdam – Code-driven NO,Normware SI!;
– Corrado Roversi, Università di Bologna – Diritto come artefatto;
– Marco Fasoli, Università la Sapienza di Roma- La non-neutralità degli artefatti tecnologici.
– Andrea Rossetti, Università degli Studi di Milano-Bicocca e co-founder di ReD OPEN.
– Federico Cabitza, Università Milano-Bicocca e co-founder di ReD OPEN – Human -AI Interaction. Reflecting on freedom to reason about responsibility.
Con questo breve estratto si è voluto raccontare in pillole il workshop che si può approfondire attraverso le slide condivise qui:
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