Le perplessità suscitate dall’annuncio della scelta di Immuni come applicazione di contact tracing nazionale si sono rivelate, col tempo, fondate: il numero di download – non di persone che utilizzano quotidianamente l’app – è di circa il 13% della popolazione Italiana. L’Italia è dunque ben lontana sia dalla soglia di utilizzo del 60%, inizialmente fissata per considerare l’app efficace, sia da quella più accessibile del 15%, individuata successivamente, alla luce di uno studio dell’Università di Oxford, come soglia minima per poter ottenere risultati tangibili.
Da qualche giorno, per i possessori di iPhone, è arrivato anche in Italia l’aggiornamento ad iOS 13.7. Tra le novità introdotte si nota una voce: Exposure Notification Express, il sistema di contact tracing integrato nel sistema operativo, che non necessita di applicazioni di terze parti.
In realtà si tratta di uno strumento a supporto di Immuni e delle altre app nazionali di contact tracing, che opera al loro fianco e non le sostituisce: spetta agli Stati decidere se integrare i nuovi sistemi di tracciamento nelle applicazioni già operative a livello nazionale.
Il funzionamento è lo stesso dell’applicazione Immuni, ma senza bisogno di alcun download dagli store: anche in questo caso quindi sarà associato ad ogni dispositivo un codice casuale di identificazione, e sul server saranno memorizzate tutte le interazioni tra i codici dei dispositivi che entrano in contatto per un periodo di tempo e ad una distanza determinati. L’utilizzatore che risulterà positivo ad un tampone potrà segnalarlo al server che invierà una notifica a tutti i dispositivi con cui è entrato in contatto nelle ultime due settimane.
Anche Google sta lavorando al rilascio di un proprio sistema di contact tracing: la scelta è ricaduta su un’applicazione da scaricare dal Play Store di Android, che sarà disponibile nelle prossime settimane.
In entrambi i casi, si tratta di un passaggio già previsto quando Immuni era ancora in fase di studio: Apple e Google si sono infatti impegnate, in un primo momento, a sviluppare delle API utili agli Stati che avessero voluto adottare soluzioni di tracciamento basate su app di terze parti, come appunto l’Italia con Immuni, ma la probabilità che il passaggio successivo sarebbe stato un sistema già integrato negli OS degli smartphone era parsa da subito alta.
Parlando del sistema di notifiche messo a disposizione da Apple, va chiarito che lo stesso non concede all’azienda di Cupertino la possibilità di tracciare tutti gli utenti che utilizzino i suoi dispositivi incondizionatamente: spetterà infatti agli Stati la possibilità di predisporre i server sul territorio nazionale a cui inviare i dati dell’Exposure Notification Express, e, in ogni caso, il servizio, proprio come Immuni, sarà attivabile soltanto volontariamente e previo consenso dell’interessato.
In Italia lo strumento per monitorare la diffusione dei contagi tramite tracciamento è, e rimarrà, Immuni: le integrazioni nei sistemi operativi potranno esserle affiancati, ma non la sostituiranno. Tuttavia, se l’Italia deciderà di appoggiarsi anche alle funzioni inserite nei sistemi operativi iOS e Android, potrà farlo grazie all’interoperabilità dei due strumenti.
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