I Google Analytics restano ad oggi lo strumento più utilizzato per analizzare il traffico degli utenti sui siti web e le loro interazioni online. Tracciando tutte le forme di digital media, l’applicazione di Google consente di ottimizzare le performance dei siti migliorandone la ROI e gli investimenti.

Nel luglio del 2020 la Sentenza Schrems 2.0 della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha giudicato invalido l’accordo tra Stati Uniti ed Unione Europea “Privacy Shield” per il trasferimento di dati personali verso gli Stati Uniti.

L’accordo, secondo la Corte, non forniva sufficienti garanzie contro il rischio di accesso ai dati dei cittadini europei da parte delle autorità americane ed in particolar modo dai servizi di intelligence. Da inizio 2021 molte autorità per la protezione dei dati personali (Austria; Francia; Italia e Danimarca) si sono pronunciate sull’uso di Google Analytics nella versione “Universal Analytics” e la versione Google Analytics 4.0.

In attesa di un nuovo accordo tra Unione Europea e Stati Uniti, le aziende possono quindi continuare ad usare i Google Analytics o è meglio adottare soluzioni diverse?

Se da un lato il Garante Italiano ha proibito l’uso della versione “Universal Analytics”, l’autorità francese per la tutela dei dati personali (CNIL), in accordo con altre autorità europee, ha predisposto quest’estate un pacchetto di linee guida da cui si deduce che: sì, i Google Analytics 4.0 possono essere usati in tutti quei casi in cui sia possibile adottare misure e strumenti in grado di garantire l’effettivo rispetto della privacy degli utenti.

Il panorama è comunque incerto. Lì dove molte autorità sembrano osteggiare l’uso di strumenti nelle mani di società con server negli Stati Uniti, le alternative per le aziende europee sono ancora scarse e il rischio in termini di competizione sul mercato digitale è molto alto.

Raggiunto il nuovo accordo tra Unione Europea e Stati Uniti sul Trans-Atlantic Data Privacy Framework ed in attesa della decisione di adeguatezza della Commissione Europea (qui la bozza del 13 Dicembre 2022), coloro che desiderino continuare a fare uso dei Google Analytics farebbero per ora bene ad integrarli all’interno di un insieme di misure organizzative e tecniche che includa, tra le altre, la sostituzione dell’identificativo dell’utente da parte del server proxy e in generale la cancellazione di qualsiasi altro dato che potrebbe portare a una nuova identificazione.

Il 26 gennaio, in occasione del “Bicocca Privacy Day 2023” avremo modo di confrontarci con esperti sul tema dei cookie e dell’uso di Google Analytics.