Il problema della nuova logica algoritmica applicata al software responsabile dell’elaborazione e analisi dei dati personali può essere risolta solo acquisendo consapevolezza del perimetro normativo, etico e giuridico all’interno del quale può essere messo in esercizio un servizio o prodotto digitale. Contrastarne gli abusi è del tutto legittimo e doveroso.
Mettiamoci pure il cuore in pace: quello cui oggi stiamo discutendo non è un qualcosa di episodico, che si esaurirà nel giro di qualche anno. Il tema della sostenibilità della data governance è destinato a diventare parte integrante del core business aziendale poiché intimamente legato alla trasformazione digitale.
La possibilità di trasferire intelligenza cognitiva ad algoritmi di machine e deep learning non sarà più un’eccezione. Il software, con capacità previsionali, di predictive analytics, diventerà lo standard e fornirà la possibilità di prendere decisioni più accurate con livelli di automatismi differenziati e modulabili a seconda delle circostanze.
Con il passare del tempo non faremo più riferimento a tipologie di software prive di un qualche codice cognitivo. È un percorso naturale dell’evoluzione informatica il cui fine ultimo è trasferire a macchine intelligenti capacità di apprendimento autonomo attraverso linguaggi di alto livello interpretativo-cognitivo.
Di fronte a questo scenario esiste però un problema di fondo: l’assenza di modelli operativi che possano garantire la sostenibilità By Default e By Design dello sviluppo software, della progettazione di dispositivi IoT e, in generale, di tutte le componenti abilitanti il go to market dell’innovazione digitale.
Ed è in questa direzione che Red Open ha definito la sua missione. L’obiettivo è realizzare un framework operativo per progettare e realizzare l’innovazione digitale secondo un principio di “Responsabilità by Design” attraverso modelli e piattaforme dedicate. Il tutto sostenuto da metodologie di “continuous improvement” per allineare l’evoluzione del business alle dinamiche del mercato.
Progetti e iniziative di Red Open si caratterizzano per adottare un approccio di sviluppo collaborativo, del tutto unico e originale, basato sulla convergenza di conoscenze e competenze che derivano dall’ambiente accademico, dalla ricerca & sviluppo e dalle persone che all’interno delle aziende lavorano in prima linea nel processo di governance sostenibile di tutto il ciclo di vita del dato sia in ambienti B2C che B2B.
Quello di cui si discute oggi richiama quanto avvenuto in passato nel momento in cui la sicurezza informatica ha dovuto fare i conti con l’affermazione di internet. Da pratica artigianale e poco strutturata, la gestione della sicurezza ha assunto nel tempo una forma ben definita sulla quale le aziende hanno sviluppato vere e proprie architetture e policy organizzative.
Lo stesso sta oggi accadendo per quando riguarda l’applicazione di una data governance sostenibile, che da materia esoterica sta via via diventando oggetto di interesse da parte di un sempre più vasto numero di aziende. Essere parte di un mercato digitale, impone, così come successo per la cybersecurity, un approccio integrato e una consapevolezza diffusa su tutti gli aspetti di governance cui si deve obbligatoriamente prestare attenzione se si vuole operare in un mercato digitale consapevoli dei rischi e delle opportunità.
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